Come abbattere gli inquinanti atmosferici pericolosi derivanti da processi industriali

Come abbattere gli inquinanti atmosferici pericolosi derivanti da processi industriali

 

L’Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS) ha pubblicato, il 21 settembre 2021, un aggiornamento delle Linee Guida globali sulla qualità dell'aria (AQG 2021), con l’obiettivo di proteggere la salute delle popolazioni.

 

Nei 15 anni che separano il nuovo documento dall'edizione precedente, la qualità e quantità di studi che documentano l'influenza negativa dell'inquinamento atmosferico sulla salute sono di gran lunga aumentati.

 

È ormai noto il ruolo dell’inquinamento atmosferico indoor e outdoor come principale fattore di rischio ambientale per la salute a cui sono associate globalmente circa 7 milioni di morti premature all’anno, di cui circa 400.000 in Europa (dati pubblicati dall’ISS EpiCentro).

 

Per questo motivo, e dopo una revisione sistematica delle prove accumulate, i valori AQG aggiornati sono inferiori a quelli raccomandati nel 2005.

 

In particolare, la media annuale del particolato fine (PM2.5) passa da 10 a 5 µg/m3, quella del particolato inalabile (PM10) da 20 a 15 µg/m3, mentre per il biossido di azoto (NO2) scende drasticamente da 40 a 10 µg/m3, e per il monossido di carbonio (CO) viene suggerito il limite giornaliero di 4 µg/m3.

 

Cosa sono gli inquinanti atmosferici pericolosi?

 

Gli inquinanti atmosferici sono le sostanze che alterano la normale composizione chimica dell’aria con conseguenze sulla salute dell’uomo e dell’ambiente. Conosciuti anche come HAP (inquinanti atmosferici pericolosi), questi composti possono derivare da innumerevoli fonti, ma i siti industriali sono la fonte più comune. I principali inquinanti atmosferici sono: gli ossidi di zolfo (SOx), gli ossidi di azoto (NOx), il monossido di carbono (CO), l’ozono (O3), il particolato atmosferico (PM), il benzene (C6H6) e il piombo (Pb).

 

Gli effetti degli inquinanti atmosferici pericolosi sulla salute

 

L’inquinamento atmosferico è una causa accertata di affezioni e decessi prematuri. Ad ogni nostro respiro, gas come il diossido di azoto, l'ozono e migliaia di nanoparticelle entrano nelle nostre vie respiratorie e penetrano nei polmoni. Questi inquinanti vengono immagazzinati nei bronchi e negli alveoli, dove, a breve o a lungo termine, possono produrre effetti nocivi sulla salute.

 

Più le particelle sono sottili, più penetrano in profondità nei polmoni provocando ad esempio episodi di dispnea, bronchite acuta e cronica, infezioni delle vie respiratorie. L'aria inquinata provoca una riduzione della capacità polmonare media e, di conseguenza, un aumento degli interventi medici urgenti e dei ricoveri ospedalieri dovuti ad affezioni alle vie respiratorie. L'aspettativa di vita si riduce: aumentano infatti i casi di decesso giornalieri per disturbi cardiocircolatori e respiratori o cancro ai polmoni.

 

Perché gli ossidatori catalitici sono la soluzione ideale negli impianti produttivi

 

Gli ossidatori catalitici sono la soluzione ideale per gli impianti industriali in cui si liberano grandi volumi di inquinanti atmosferici pericolosi. Tali sistemi utilizzano catalizzatori impregnati con Metalli Preziosi per ossidare gli inquinanti atmosferici a temperature di circa 350-400 °C, scomponendoli in sottoprodotti non pericolosi prima di liberarli nell’atmosfera. Essi, inoltre, possono lavorare alimentati elettricamente permettendo alle aziende di ottenere benefit per la sostenibilità ambientale richiesta dai vari governi - Industria 4.0 e 5.0 -

L’ossidazione catalitica è una tecnologia in grado di abbattere i COV a temperature nettamente più basse rispetto alla combustione termica, ottenendo un forte risparmio sia energetico sia relativo ai costi operativi.

 

Un ossidatore catalitico è applicabile a tutti i processi industriali che rilasciano emissioni COV. Le principali applicazioni le troviamo nei settori della verniciatura, stampa, rivestimento, collanti, adesivi, laminazione e dove vengono utilizzati grandi quantitativi di solventi e Formaldeide.

 

Fonti: ISS, Ministero della Salute.

 

 

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