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Genano

La soluzione per mantenere sotto i livelli di guardia le infezioni ospedaliere aerotrasmesse anche nelle zone ad alto rischio

 

Si parla di infezioni nosocomiali quando il paziente è stato ricoverato per una causa diversa dall’infezione e, al momento del ricovero, non presentava segni di malattia infettiva in corso di incubazione.

Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) hanno un impatto clinico rilevante, in quanto costituiscono la complicanza più frequente e grave correlata all’assistenza sanitaria, che si traduce in:

  • prolungamento della durata di degenza
  • disabilità a lungo termine
  • maggior utilizzo di farmaci antibiotici
  • un incremento notevole dei costi di ricovero
  • aumento del carico di lavoro del personale
  • maggior ricorso ad esami di laboratorio, ecc.

 

Per garantire la qualità ambientale nei locali ospedalieri, oltre al mantenimento dei corretti parametri termoigrometrici, è necessario rimuovere il maggior numero di polveri ed effettuare periodicamente la bio-decontaminazione, finalizzata a mantenere entro livelli controllati la conta microbica.

In ogni caso però la tecnologia da sola non è sufficiente per combattere efficacemente il problema della contaminazione ambientale, è necessaria piuttosto un'organizzazione efficace ed efficiente del servizio nel suo insieme che deve necessariamente coinvolgere tutti gli stakeholders facenti parte questa tipologia di servizi.

Sperimentazione del sistema Genano di decontaminazione in continuo dell’aria nei locali ad alto rischio presso l’Azienda Tutela Salute Sardegna ASSL Olbia

 

Lo studio è stato condotto dal personale della DMP Giovanni Paolo II di Olbia congiuntamente all’Ingegneria biomedica di Te.Mo.Sa srl, con lo scopo di studiare in vitro la variazione di contaminazione microbica degli ambienti sanitari chiusi, in operation, in cui siano installati sistemi di trattamento aria.

 

Scopo dello Studio

La ricerca qui descritta si pone come obiettivo quello di:

  • studiare in vitro la variazione di contaminazione degli ambienti sanitari chiusi (in operation) in cui siano installati sistemi di trattamento aria con Tecnologia Genano;
  • valutare se il sistema di trattamento aria Genano possa essere proficuamente associato al protocollo di bio-decontaminazione ad HPV al 35%;
  • valutare la funzionalità dell’intero processo, al fine di prevenire i fenomeni di ricontaminazione.

 

La necessità nasce dal fatto che, sebbene siano stati proposti ed elaborati diversi metodi per migliorare la pulizia e la disinfezione delle superfici, peraltro spesso basati sull’uso di composti chimici con conseguente impatto ambientale non trascurabile, e benché le procedure convenzionali siano efficaci nell’abbattimento a breve termine della maggior parte dei patogeni, ad oggi, permane la difficoltà di prevenire i fenomeni di ricontaminazione.

Pianificazione dello Studio

 

Dopo un’attenta ricerca di mercato sulle tecnologie per il trattamento dell’aria, finalizzata a individuare un prodotto certificato che potesse essere associato all’efficacia del perossido di idrogeno vaporizzato ad alta concentrazione, la scelta è ricaduta sul dispositivo di purificazione aria Genano G5250A

La sua capacità di depurazione è pari a 500 m3/h, efficace per particelle >0,003 μm, trasportabile su ruote e con efficienza di abbattimento pari al 99,5%. Tale modello, abbinato ad un apposito kit, crea pressione positiva o negativa adattandosi a tutti gli ambienti comprese camere bianche, laboratori o camere di isolamento.

Relativamente alle modalità della sperimentazione si è organizzato lo studio in tre fasi:

  • analisi della contaminazione ambientale in condizioni normali (T0);
  • analisi della contaminazione ambientale con sistema di trattamento aria Genano® 5250A attivo in funzione da 24 h (T1);
  • analisi della contaminazione ambientale in condizioni normali con sistema di trattamento aria Genano® 5250A spento da 24 h (T2).

 

Materiali e Metodi

L’analisi della contaminazione ambientale è stata effettuata mediante le seguenti misurazioni con le relative strumentazioni a corredo:

  •  conta particellare secondo la UNI EN ISO 14644-1;
  •  quantificazione della carica batterica mesofila totale (CBT) secondo la norma UNI EN 13098-2002;
  •  bio-decontaminazione ambientale con HPV al 35% certificata tramite indicatori biologici e chimici.

 

Risultati

Dai dati riportati si evince che l’impiego di Genano nelle 24h ha ridotto la concentrazione delle particelle a metro cubo di circa l’80%, oltre ad aver favorito una omogenizzazione della distribuzione all’interno dell’ambiente, rispetto alle condizioni iniziali.

Inoltre, dopo lo spegnimento del sistema Genano e l’impiego routinario della sala, la concentrazione di particelle è aumentata di circa il 300% rispetto alle condizioni in cui Genano era in uso.

In funzione della concentrazione delle particelle, è possibile valutare la classificazione ISO dei locali. Poiché le particelle prese in considerazione sono quelle di grandezza 0,5 μm il locale dell’Endoscopia Digestiva si classificherebbe in ISO 7 nelle condizioni T0 e T2, mentre migliorerebbe di classe e si classificherebbe in ISO 6 nella condizione in cui è in funzione Genano, ovvero in T1.

Endoscopia Digestiva

Nel grafico sottostante si riportano i dati per verifica visiva dell’andamento della concentrazione delle particelle prima, durante e dopo l’utilizzo del sistema Genano.

 

 

Nido Fisiologico

Dai dati riportati si evince che l’impiego di Genano nelle 24h ha contribuito a ridurre la concentrazione delle particelle per metro cubo di circa il 40% rispetto alle condizioni iniziali.


Inoltre, dopo lo spegnimento del sistema Genano e l’impiego routinario della sala, la concentrazione di particelle è aumentata di circa il 190% rispetto alle condizioni in cui Genano era in uso.

 

 

 

Nel grafico sottostante si riporta l’andamento della concentrazione delle particelle prima, durante e dopo l’utilizzo del sistema Genano. 

Conclusioni

Il fatto che il dispositivo Genano riesca ad abbattere il particolato, migliorando la classificazione ISO del locale in cui è installato, dimostra che associare il protocollo di bio-decontaminazione con il trattamento in continuo dell’aria mediante utilizzo del sistema Genano (oltre che con la corretta sanificazione delle superfici), può essere annoverato come una delle soluzioni ottimali per mantenere il rischio di infezioni sanitarie a livelli ritenuti accettabili dalle Direzioni Mediche, soprattutto nei locali definiti ad “alto rischio”.

 

Emerge chiaramente l’importanza di avere un protocollo aziendale che preveda:

 

A:

l’integrazione alle procedure di sanificazione attualmente adottate, della bio-decontaminazione ad HPV al 35% programmata per ambiente sanitario, in funzione della valutazione del rischio e “on call” in caso di contaminazione esterna;

 

B:

l’integrazione del sistema VCCC con sistemi di trattamento in continuo dell’aria stand alone o canalizzati, al fine di migliorarne l’efficacia e l’efficienza.

 

Lo studio ha fatto inoltre emergere un importante spunto di riflessione su come la ventilazione inadeguata, oltre che essere potenziale causa di infezioni respiratorie e ICA, possa determinare la “Sindrome dell’edificio Malato” (SBS).

La qualità dell'aria in ospedale, intesa sia come luogo di residenza, diagnosi e cura per il degente sia come ambiente di lavoro per il personale, è sempre più percepita come uno dei fattori determinanti non solo della qualità della vita, quanto della qualità delle prestazioni sanitarie e professionali offerte.

L'attento management e monitoraggio della qualità dell'aria e dei processi di sanificazione, bio-decontaminazione e mantenimento degli ambienti in condizioni ideali, è pertanto vitale per ridurre questi rischi e migliorare la qualità assistenziale.

 

Scarica lo Studio completo condotto da Te.Mo.Sa. S.r.l. e la DMP del Presidio Ospedaliero Giovanni Paolo II di Olbia